Remo Salvadori è nato a Cerreto Guidi nel 1947. Il rapporto di questo artista con la forza di gravità, la materia, la solidità e la fragilità dei materiali (non ossimoro o illusione, ma esito tangibile), si realizza in nuove composizioni, aperte ed equilibrate, regolari e irregolari, che sono il risultato di una conoscenza, una composizione e una disciplina matematica che ha sempre praticato. A questi, lo spettatore può associare una metamorfosi alchemica: i sette metalli sono forgiati per cambiare la natura e il modo di manifestarsi. Come afferma l’artista: “La connessione con i sette metalli ha richiesto un tempo che è ancora un inizio, un incontro pieno di domande, uno spazio in più, una partitura, corrispondenze… la natura della sostanza. Vedersi e vedere nel momento…”.
L’artista ha stabilito una relazione e un dialogo con i metalli, come i tasselli per incidere un pentagramma, il cui linguaggio comprende le sette note musicali. Se i concetti di metamorfosi e alchimia possono evocare dettami barocchi, l’esito delle opere di Salvadori si risolve in un’armonia essenziale, in proporzioni, in geometria e in una deliberata e intensa nuova versione metafisica. La visione delle opere esposte (sintesi e summa di una meditazione che dura dal 1973) invita a considerare il presente e il futuro dell’arte, in una dimensione consapevolmente senza tempo e sempre presente: “È proprio un concetto di vitalità dell’opera d’arte, dell’opera d’arte come luogo attorno al quale si concentra l’energia e si dà vita all’esperienza, uno scambio intimo e dinamico con lo spettatore”.
Remo Salvadori è nato a Cerreto Guidi nel 1947. Il rapporto di questo artista con la forza di gravità, la materia, la solidità e la fragilità dei materiali (non ossimoro o illusione, ma esito tangibile), si realizza in nuove composizioni, aperte ed equilibrate, regolari e irregolari, che sono il risultato di una conoscenza, una composizione e una disciplina matematica che ha sempre praticato. A questi, lo spettatore può associare una metamorfosi alchemica: i sette metalli sono forgiati per cambiare la natura e il modo di manifestarsi. Come afferma l’artista: “La connessione con i sette metalli ha richiesto un tempo che è ancora un inizio, un incontro pieno di domande, uno spazio in più, una partitura, corrispondenze… la natura della sostanza. Vedersi e vedere nel momento…”.
L’artista ha stabilito una relazione e un dialogo con i metalli, come i tasselli per incidere un pentagramma, il cui linguaggio comprende le sette note musicali. Se i concetti di metamorfosi e alchimia possono evocare dettami barocchi, l’esito delle opere di Salvadori si risolve in un’armonia essenziale, in proporzioni, in geometria e in una deliberata e intensa nuova versione metafisica. La visione delle opere esposte (sintesi e summa di una meditazione che dura dal 1973) invita a considerare il presente e il futuro dell’arte, in una dimensione consapevolmente senza tempo e sempre presente: “È proprio un concetto di vitalità dell’opera d’arte, dell’opera d’arte come luogo attorno al quale si concentra l’energia e si dà vita all’esperienza, uno scambio intimo e dinamico con lo spettatore”.
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